Scrivere è urlare in silenzio. La frase di Marguerite Duras introduce il modo in cui il racconto contemporaneo genera una moltitudine di grida custodite dall’animale che eravamo, che siamo e che saremo; ma che cerchiamo di negare difendendoci dietro ad una razionalità che ci protegge dalle pulsioni primarie. La messicana Guadalupe Nettel, la cilena Isabel Mellado, l’ecuadoregna María Fernanda Ampuero e l’argentina Mariana Enriquez, quattro narratrici particolari che esplorano il genere con il coraggio che proviene dall’avvicinarsi alle tradizioni latinoamericane ed anglosassoni per sfidarle, sembrano confluire in singolari coincidenze che si percepiscono in alcuni dei loro libri. El matrimonio de los peces rojos, El perro que comía silencio y Pelea de gallos, tutti e tre pubblicati da Páginas de Espuma.
L’“animalità” –che non è un’anomalia di geometrie fantastiche e nemmeno una deviazione dalle regole- sembra esplicita nei titoli. Le tre narratrici potrebbero suggerire di non essere estranee all’elemento animale. Nel caso di Enriquez, nel suo Las cosas que perdimos en el fuego, invece, l’elemento strano – che fa intravedere l’animale interiore – è un seme della realtà stessa che procede come una foto lievemente sfocata.
Questo breve seminario è un approccio per il pubblico che si inizia alla lettura letteraria di alcuni dei racconti di queste autrici.
Date e orario delle lezioni: 8 e 9 maggio, dalle ore 15:00 alle 17:30.
Modalità: una volta iscritto al corso, l’alunno riceverà il materiale di lettura che verrà discusso e analizzato in ogni lezione.
Prezzo: 65 euro.
Numero minimo di iscritti: 7
Coordinato da Valeria Correa Fiz.